venerdì 25 giugno 2010

LE CANDELE GIAPPONESI

Le candele giapponesi ormai siamo abituati da tempo a osservarle e ad usarle nei nostri grafici, se per l’Europa la loro diffusione si deve a Steve Nison che nel 1989 ne spiegò le caratteristiche e l’operatività nel libro Japanese Candlestick Charting Techniques, la loro origine però è molto precedente e la si può far risalire al ‘700 quando venivano usate per speculare sulla contrattazione del riso.
Il loro creatore, Munehisa Homma, era quello che oggi definiremmo un trader, nato in una famiglia benestante iniziò da subito a comprendere l’importanza dello studio dei prezzi e avvalendosi delle quotazioni passate iniziò a cercare dei comportamenti ricorrenti, si occupò inoltre dell’interpretazione degli aspetti psicologici che influiscono sugli operatori presenti nei mercati.
Dai suoi studi comprese che i mercati erano emotivi e che il prezzo di un bene quotato non era per forza quello reale, quindi al centro del suo operato mise l’andamento del prezzo e lo rappresentò con l’uso di quelle che oggi conosciamo con il nome di candele giapponesi. Rilevò anche che il mercato aveva delle fasi rialzista che chiamò Yang e ribassiste, Yin, e che queste fasi si alternavano tra loro.
I suoi risultati economici, che oggi qualcuno ha provato a stimare in 100 miliardi di dollari, lo fecero diventare molto popolare e la sua fama crebbe a dismisura tanto che arrivò a ricoprire la carica di consulente per il governo giapponese.
Nel 1755 scrisse il libro The Fountain of Gold (La fontana d’oro) che è anche il primo testo che tratta della psicologia dei mercati dove appunto ne studia gli aspetti, e successivamente gli vengono attribuiti altri due testi, Tales of a Life Immersed in the Market (Racconti di una vita immersa nei mercati) e A Full Commentary on the Sakata Strategy (Un commento completo sulla strategia di Sakata) dove vengono indicate le 160 regole che hanno dato vita al metodo candlestick.

( da Investire Oggi )

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