mercoledì 18 agosto 2010

ANALISI GIORNALIERA 18/8 : DOLLARO AUSTRALIANO

Il Dollaro Australiano ha tagliato le perdite contro quello americano, mentre, a causa dei commenti di un alto funzionario della Federal Reserve, cala la fiducia nei confronti della moneta statunitense.

La coppia AUD/USD ha raggiunto 0,9023, in calo dello 0,33%, nel corso degli scambi europei pomeridiani, arrampicandosi via dal minimo giornaliero 0,8987. Supporto a 0,8944, minimo di martedì; resistenza a 0,9132, massimo dell'11 agosto.

All'inizio della giornata, il presidente della Fed di St. Louis, James Bullard, ha dichiarato, nel corso di un'intervista rilasciata al Wall Street Journal, che c'è una possibilità del cinquanta per cento di continuare ad acquistare valori, qualora l'inflazione dovesse continuare ad abbassarsi.

Il commento ha generato timori circa il rallentamento del tasso della crescita economica americana.

Il Dollaro Australiano è sceso contro l'Euro, con la coppia EUR/AUD a 1,4281, in crescita dello 0,31%.

I dati ufficiali hanno riportato che il principale indice dell'economia australiana è cresciuto del 6% annuo a giugno, comparato con il 7,4% di maggio, mentre altri dati riportano un inatteso calo, a giugno, del costo del lavoro.

lunedì 16 agosto 2010

ANALISI GIORNALIERA 16/8

EUR/USD

Dopo un minimo a 1.2734 durante la notte ora il cambio è attorno a 1.2792. Un ribasso sotto 1.2770 potrebbe potrare il prezzo verso 1.2750 e poi nuovamente verso il minimo a 1.2734. Oltre sono da valutare i livello 1.27, 1.2680 e 1.2660 e ulteriormente al ribasso l’area 1.2610/20. Se invece il cambio dovesse risalire al di sopra di 1.2830 si potrebbe puntare a 1.2865/70, 1.29 e 1.2930.

EUR/GBP

L’euro dopo l’apertura di questa settimana è in recupero sulla sterlina e una rottura al rialzo della resistenza in zona 0.8230/40 potrebbe condure verso 0.8258/65 e a salire le resistenze che potrebbero essere incontrate potrebbero essere a quota 0.8275, 0.8290, 0.8310 e 0.8340. Un ritorno sotto 0.82 potrebbe invece significare rivedere i livelli a 0.8183 e 0.8173. Sotto quest’ultimo supporto sarebbero da monitorare i seguenti livelli: 0.8165, 0.8120, 0.81, 0.8085 e il minimo a 0.8067.

GBP/USD

La notte ha visto un minimo per la sterlina a 1.5535 prima di risalire fino 1.5641. Ora in rapida discesa, se dovesse rompere al ribasso 1.5535 potrebbe puntare verso 1.55, 1.5480 e 1.5450 e 1.5410. Solo una risalita oltre 1.56 potrebbe permettere di rivedere 1.5640 e a seguire 1.5670, 1.5690 e 1.5710.

USD/JPY

Dai massimi di fine settimana scorsa, il dollaro ha perso una quarantina di pips contro lo yen. Ora attorno a 85.80 potrebbe continuare il rialzo solo alla rottura della zona 86.30/40. Al rialzo altre resistenze interessanti sono a 86.80/90, 87.30 e 87.60. Un ribasso invece sotto 85.57 potrebbe indicare un ritorno a livelli quali 85.35/45, 85.20, 85 e 84.80.

domenica 1 agosto 2010

DA LEGGERE ATTENTAMENTE : QUANDO IL TRADING DIVENTA DIPENDENZA....

Vorrei portarvi a conoscenza un articolo del Sole 24 ore, uscito sulla testata finanziaria un paio di anni fa, ma ancora di sconcertante attualità, che ci fa riflettere sulle problematiche psicologiche connesse al mondo della borsa e degli investimenti speculativi : FATE ATTENZIONE !

“La notte facevo fatica ad addormentarmi. Aspettavo solo che facesse mattino per collegarmi e fare i primi ordini. Durante il lavoro poi, appena potevo, tornavo a casa a controllare l’andamento delle azioni. Compravo, vendevo, speculavo. Arrivavo a muovere più di diecimila euro al giorno. Qualche volta andava bene, qualche altra meno. Ma alla fine mi sono trovato senza più un soldo».

La storia che Fabio (nome di fantasia) ci ha raccontato, è quella di una passione sfociata in dipendenza. Un pallino, quello del trading online, diventato schiavitù simile all’alcolismo o alla droga, anche se forse il paragone più azzeccato è con il gioco d’azzardo. Fabio ha puntato i suoi soldi su azioni e strumenti finanziari complessi al “tavolo verde” della Borsa Italiana. Operazioni rischiose, fatte solo con un portatile e una connessione a internet, che gli hanno fatto perdere oltre 150mila euro. Fabio è stato malato di “gioco in Borsa compulsivo”, un disturbo mentale della famiglia degli “internet addiction disorder”. Come la dipendenza da chat, da pornografia online o dai videogiochi.

Il trader compulsivo agisce proprio come un giocatore d’azzardo. Si fa guidare dall’istinto più che dalle competenze e dalla ragione, non sa mai quando fermarsi, non riconosce i propri limiti e, come accade spesso ai malati di poker, finisce per perdere grosse cifre.

Non ci sono statistiche, ma gli specialisti concordano nel dire che è un fenomeno “molto sottovalutato”.

Dai medici, dai professionisti della finanza, e dalla società.

«È molto difficile individuare un problema di dipendenza da trading – spiega Paolo Cavedini psichiatra del San Raffaele di Milano, specializzato in dipendenza da gioco d’azzardo – chi passa la giornata davanti al videopoker è evidentemente malato. Chiunque lo riconosce. Per chi fa trading è diverso. Fare investimenti in azioni o obbligazioni è un’attività socialmente accettata. Per cui, chi ha delle grosse perdite, non è necessariamente una persona con dei problemi psichiatrici. Nella maggior parte dei casi è uno che ha fatto un investimento sbagliato».

Non sono cause specifiche a scatenare la compulsività. Nella maggior parte dei casi è la combinazione di diversi fattori. C’è la predisposizione fisiologica ad esempio.

«Alcune persone – spiega Paolo Cavedini – hanno una maggior percezione del livello di rischio a cui vanno incontro e riescono a rimanere freddi e prendere decisioni giuste anche in condizioni di stress. Altri invece si fanno prendere più facilmente dall’emotività. Questi ultimi sono i soggetti più a rischio».

Ci sono poi fattori esterni. Ad esempio un crollo inaspettato dei listini che manda in fumo un investimento. Per Fabio, l’inizio della fine ha coinciso con il crack della Parmalat del 2003.

«Me lo ricordo bene – racconta – da un giorno all’altro persi quasi 30mila euro. E pensare che la settimana precedente ne avevo guadagnati mille».

La batosta è pesante e Fabio cerca di farvi fronte come può, ma a un certo punto la situazione gli sfugge di mano.

«Ero ossessionato dal recuperare quei soldi – racconta – è così iniziai a fare investimenti sempre più rischiosi. Puntai sui covered warrant (strumenti finanziari molto complessi, solitamente appannaggio di esperti e trader professionisti, ndr). Ogni giorno compravo e vendevo, compravo e vendevo. Mettendoci sempre più soldi. Senza accorgermene, diventai dipendente».

Fabio cerca in tutti i modi di nascondere la realtà ai suoi familiari. Ma sua moglie si rende conto che qualcosa non va. Inizia a chiedere aiuto. A psichiatri, psicologi e anche al SerT (il Servizio tossicodipendenze che aiuta anche i malati di gioco d’azzardo).

Ma, nel migliore dei casi, si sente rispondere: «Signora, suo marito sta benissimo, ha solo fatto degli investimenti sbagliati».

Qualcuno addirittura le consiglia di divorziare. Intanto però la situazione finanziaria della famiglia precipita. È il mese di marzo del 2007, quando Fabio tocca il fondo. Un ribasso del titolo Tenaris e il suo conto in banca si svuota: in pochi anni ha dilapidato 150 mila euro.

«Fu allora che confessai tutto a mia moglie, che fino ad ora non sapeva quanto avevo investito. D’accordo con lei decisi di intestarle quanto restava dei miei risparmi, e affidarle la gestione del conto corrente».

Ma a quel punto Fabio, per reazione all’astinenza da Borsa, cade in depressione. Appena recupera dei contanti li va a giocare al videopoker o al gratta e vinci. Nel mese di ottobre, si ricovera al San Raffaele di Milano.Una scelta obbligata, considerata la gravità del suo problema.

«Per quindici giorni, io e mio figlio ci davamo i turni per sorvegliarlo – racconta la moglie – perché in ogni momento c’era il rischio che fuggisse e andasse al bar a giocare al gratta e vinci».

Dopo il ricovero, Fabio inizia un ciclo di sedute di psicoterapia con cadenza settimanale e ora mensile. Oggi sta cercando faticosamente di ricostruirsi una vita.

Non è possibile stilare un profilo del giocatore in Borsa patologico. Non ci sono dati o statistiche. Ma dalle testimonianze che abbiamo raccolto è emerso che questo disturbo interessa sia dilettanti del trading, come Fabio, che di lavoro fa il commesso, che professionisti della finanza.

La storia che ci ha raccontato Daniela Capitanucci, psicologa, volontaria dell’Associazione And (Azzardo e nuove dipendenze), ne è la riprova.

«Ho avuto in cura un consulente finanziario, impiegato in una banca – racconta – tra la fine degli anni 90 e il 2000 iniziò ad avere i primi problemi. Faceva investimenti molto rischiosi, sia sul suo conto, che sui portafogli che aveva in gestione. A un certo punto però, ebbe una grossa perdita sul conto di un suo cliente. Da quel momento entrò in una spirale pericolosa, spinto dalla necessità di recuperare il capitale perduto. Iniziò a sottrarre fondi dai conti dei clienti, per acquistare e rivendere titoli. Ad un certo punto però la banca si accorse delle irregolarità, scoprendo un buco per oltre 200 milioni di lire. L’istituto decise di non fargli causa per evitare che la notizia uscisse generando uno scandalo. Ci fu un accordo: la banca non lo avrebbe querelato in cambio del suo silenzio. L’unico risarcimento fu la trattenuta della sua liquidazione. Un’ottima soluzione per lui, che avrebbe rischiato il carcere in caso di condanna».

La conferma di come la dipendenza da trading sia un problema da cui non sono immuni gli addetti ai lavori arriva anche da Dario Angelini, psicologo terapeuta del Laboratorio Famiglia di Roma.

«Tra i miei pazienti ho avuto studenti di economia e commercio e professionisti – fa sapere – persone estremamente competenti che, proprio per la loro conoscenza approfondita del funzionamento dei mercati si sentivano troppo sicuri di se e hanno finito per rovinarsi».

Non è raro poi che professionisti della finanza si rivolgano a specialisti anche quando il problema non ha raggiunto un livello di gravità tale da essere considerato patologico.

«Ho avuto in cura un consulente finanziario e un trader professionista che lavora in una società di broker» dice Paolo Cavedini. «Hanno chiesto il mio aiuto perché, nonostante un altissimo livello di competenza nel loro lavoro, non riuscivano ad essere lucidi ed efficienti come volevano. Abbiamo fatto sedute di psicologia comportamentale. Successivamente gli ho insegnato delle tecniche di rilassamento per aiutarli a gestire meglio il momento della decisione».

Abbiamo consultato diverse banche e società finanziarie sull’argomento. Il trading compulsivo è un disturbo poco o per niente conosciuto e non ci è stato segnalato nessun caso dalle aziende. Un po’ perché è il fenomeno è marginale e difficilmente individuabile. Un po’ perché episodi di questo genere, come dimostra la testimonianza della dottoressa Capitanucci, tendono a passare sotto silenzio. C’è poco interesse agli aspetti psicologici del gioco in Borsa da parte delle aziende. Ma negli ultimi anni qualcosa si sta muovendo. Directa, uno dei primi broker telematici in Italia, da un paio di anni ha inserito nei suoi corsi di formazione per operatori professionisti e aspiranti trader, una lezione sugli aspetti psicologici del gioco in borsa. Durante i seminari, la psicologa Valentina Esposito spiega quali sono i rischi dietro l’eccesso di trading e come prevenirli.

«Le piattaforme per fare investimenti su internet sono studiate apposta per indurre l’utente all’azione. Ci sono diversi stimoli percettivi come luci, colori e suoni. Questo fa si che nelle operazioni sia maggiore efficienza. Tuttavia il sovraccarico di informazioni può spesso indurre all’errore. Nei miei seminari faccio presente questi “effetti collaterali” e do qualche dritta su come evitarli. Tutto si gioca sulle emozioni. Quando il trader individua e riconosce i suoi stati d’animo nei momenti di stress, è anche più in grado di controllarli».

Anche Banca Sella, nel piano formativo Sella.it 2008, ha inserito un seminario simile. Lo tiene Giorgio Sogliani, analista tecnico del Gruppo Banca Sella. Il titolo del corso è “Dalla psicologia della finanza all’allenamento mentale per il trader: idee e tecniche operative”. Durante l’incontro-laboratorio si cerca di aiutare i trader ad adottare un metodo efficiente per operare sui mercati finanziari con razionalità, controllando la propria emotività.

(Articolo tratto da Il Sole 24 0re del 4 agosto 2008)

Da cio' traggo spunto per dirvi : tradare si' , ma con criterio , senza farsi sopraffare dalla voglia di rivalsa : se la giornata inizia male , lasciare perdere , le occasioni non mancheranno !


LE CANDELE GIAPPONESI : ON NECK , IN NECK , THRUSTING LINE - ULTIMA PARTE

Sono tre formazioni che indicano la continuazione del trend ribassista. Sono patterns formati da due candele, la prima una black candle e la seconda una white candle con un real body non troppo grande e senza upper shadow, a seconda della chiusura di quest’ultima il avrà nomi diversi.

On Neck Line, la candela bianca avrà la chiusura allo stesso livello del minimo della candela nera.In Neck Line, la chiusura della black candle e della white candle saranno allo stesso livello.Thrusting Line, può essere anche visto come un debole segnale di inversione, la chiusura della white candle sarà all’interno del real body della black candle ma non ne supererà la metà.

Questa era l'ultimo dei post dedicato alle candele giapponesi , che ritengo molto utile per riconoscere i principali pattern ; tengo a precisare che gli articoli sono tratti dal sito di finanza on-line www.csifinanza.investireoggi.it che ringrazio.
Per chi fosse interessato ho creato un documento word che contiene tutti gli articoli , potrete inviarmi una richiesta via mail e ve lo inviero gratuitamente , così bastera' stamparlo e lo si avrà a disposizione quando si vuole.

Bun trading a tutti

LE CANDELE GIAPPONESI : RISING , FALLING THREE METHOD



A seconda della fase di mercato in cui ci troviamo, il pattern prende il nome di Rising se ci segnala la continuazione del trend rialzista o Falling se siamo in fase ribassista.

Il pattern non è formato da un numero definito di candele, idealmente dovrebbero essere cinque ma nella realtà questo può variare, è indispensabile però che, nel caso della continuazione rialzista, la prima e l’ultima candela siano bianche mentre dovranno essere nere se il trend è ribassista. Le candele comprese tra la prima e l’ultima dovranno avere il real body contenuto nel range della prima e l’ultima dovrebbe essere una Long Candle.

Sostanzialmente questo pattern ci indica un momento di accumulazione prima di riprendere il trend, i volumi della candele comprese tra la prima e l’ultima dovranno confermalo quindi è importante che siano minori rispetto alla media del periodo per poi aumentare durante la formazione dell’ultima candela.

LE CANDELE GIAPPONESI : THREE WHITE SOLDIERS

E’ un pattern di continuazione del trend rialzista che incontriamo dopo che questo ha vissuto una fase di indecisione.

Il Three White Soldiers è formato da tre candele bianche crescenti dove l’apertura della seconda e della terza si troveranno all’interno del real body della prima e della seconda candela e ognuna avrà la chiusura molto vicina al massimo di giornata per cui le upper shadows saranno poco pronunciate o inesistenti. La sua comparsa è utile per confermare la ripresa dell’uptrend.

Esistono due varianti al pattern che ci daranno però un segnale di’inversione, la prima prende il none di Advance Block, si forma come il Three White Soldiers ma le due candele finali hanno un real body di piccole dimensioni e lunghe upper shadows, questa formazione ci indicherà una perdita di forza del trend rialzista.

L’altra variante prende il nome di Stalled Pattern, la seconda candela sarà una candela con un real body decisamente ampio e non sarà presente l’upper shadow mentre la terza avrà un’apertura in gap up, un piccolo real body e una lunga lower shadow. La comparsa dello Stalled Patter mette in discussione la continuazione del trend rialzista.

LE CANDELE GIAPPONESI : UPSIDE GAP TWO CROWS BEARISH


L’ Upside Gap Two Crows Bearish è’ un pattern con sole implicazioni ribassiste che incontriamo al termine di un uptrend rialzista, si compone di tre cadele.

La prima sarà una Long White, la seconda di colore nero aprirà in gap up mentre la terza candela, anche lei di colore nero, avrà un’apertura maggiore e una chiusura minore rispetto alla precedente, così facendo il suo real body conterrà interamente quello della seconda candela.

Va messo in evidenza che la chiusura della terza candela non dovrà essere inferiore a quella della prima candela bianca che forma il pattern.

Quando compare questa figura in genere il mercato è già abbastanza tirato, la seconda candela apre in gap up indicandoci ancora della forza ma poi la giornata chiuderà con il segno meno anche se non andrà a terminare sotto la chiusura del giorno precedente, il giorno successivo in apertura assisteremo nuovamente ad una prova di forza ma durante la contrattazioni i ribassisti vinceranno nuovamente portando le quotazioni a chiudere al di sotto della candela precedente, a questo punto il trend risulterà essere compromesso.

LE CANDELE GIAPPONESI : COUNTERATTACK BULLISH E BEARISH



E’ un pattern che ha implicazioni sia ribassiste che rialziste a seconda della fase di mercato in cui compare ed è formato da due candele di colore opposto, la prima seguirà il trend in atto mentre la seconda, che aprirà con un gap sempre nella direzione del trend, lo negherà. La chiusura delle due candele dovrà essere sullo stesso livello di prezzo. Un volta formatosi il pattern richiede conferma nella seduta successiva.

Più il gap sarà ampio più il segnale acquisterà forza.

Quando si forma questo pattern in pratica ci troviamo alla fine di un trend dove assistiamo all’ultimo allungo della forza prevalente sul mercato, il gap ci segnala euforia, durante la giornata però vi è un ribaltamento di fronte e le quotazioni tornano agli stessi livelli della chiusura del giorno precedente mettendo in forte discussione il trend.