domenica 22 maggio 2011

CI SI PUO' FIDARE DEGLI ESPERTI DI TRADING ?

La risposta è no, almeno da quello che si vede in giro. Meglio a questo punto, operare da soli con i propri fondi. Meglio documentarsi, studiare, leggere e provare, che affidare i propri soldi a qualcuno di cui non sappiamo nulla. Internet è uno strumento in cui si può scrivere di tutto, anche bugie. Diffidare da esperti "di trading" che promettono guadagni facili. Se fosse così semplice, perchè cercare di fare ricchi gli altri? La borsa è uno strumento difficilissimo, la ragione principale di questa difficoltà sta nel fatto che sembra semplice guadagnare ( su o giù, prima o dopo l'azzecco), in realtà l'oscillazione non va quasi mai su o giù, o meglio, vi ci arriva per gradi e micro trend, disorientando l'investitore. Nessuno è in grado di prevedere qualunque andamento in borsa, si possono solo fare previsioni e tentativi, l'importante è avere una propria strategia d'investimento.

La maggioranza degli investitori non professionisti e' convinta che i cosi' detti "esperti" dovrebbero conoscere "il miglior modo per investire".
Questa convinzione, ovviamente, e' ben incoraggiata dai media e dall'industria del risparmio gestito per evidenti motivi di convenienza (loro).
Quando si cerca di spiegare che non esiste un "miglior" modo di investire, ma esiste solo il modo piu' compatibile con le proprie caratteristiche e che la principale fatica nel progettare un investimento consiste proprio nell'indagare le proprie caratteristiche e non i mercati finanziari, si legge un attimo di smarrimento nel viso dell'interlocutore.

E' molto piu' rassicurante pensare che i mercati finanziari siano una specie di palla di cristallo nella quale solo pochi iniziati possono leggere. In questo caso, infatti, basta rivolgersi ai suddetti iniziati ed il gioco e' fatto.

La verita', purtroppo, e' ben diversa e possiamo solo prenderne atto e provvedere, oppure continuare a cercare "il mago della finanza" al quale affidarsi.
Senza dubbio, se si ha la convinzione che un presunto esperto debba sapere quale sia il momento migliore per entrare e per uscire da questo o quello strumento finanziario, si troveranno decine e decine di candidati al ruolo; basta essere pronti a pagare le conseguenze di questa scelta.

Nei mercati finanziari, come (e forse piu' che) in molti aspetti della vita, non esistono idee o approcci sicuramente corretti. Se i mercati finanziari esistono e' perche' ci sono persone che comprano e persone che vendono degli strumenti finanziari. Se cio' accade, e' perche' nello stesso momento, una persona ritiene che quel titolo sia probabilmente da vendere e un'altra ha la visione diametralmente opposta. Chi ha ragione? E chi puo' dirlo?

E' possibile che uno abbia ragione e l'altro torno.
Ma e' anche possibile che entrambi abbiano ragione perche' la funzione che quel titolo aveva all'interno dei loro obiettivi era diversa. Cosi' come e' possibile, ovviamente che entrambi abbiano torto perche' entrambi hanno fatto valutazioni errate, dal loro punto di vista.


La prima cosa che si dovrebbe chiedere all'esperto al quale vorremmo affidarci e' quale sia la sua strategia d'investimento e verificare se tale strategia ci risulti convincente e compatibile con il nostro carattere e con cio' che crediamo, in generale, essere vero e/o possibile. Che cos'e' una "strategia d'investimento"?

E' "un coerente modo di pensare circa i mercati finanziari, il loro funzionamento (e talvolta il non funzionamento) ed i tipi di errori che si crede sottostiano consistentemente al comportamento degli investitori". Una strategia d'investimento e' qualcosa di molto piu' ristretto. E' uno dei modi possibili di mettere in pratica la propria filosofia d'investimento. In altre parole, la filosofia d'investimento e' quel complesso di credenze fondamentali che giustificano una strategia d'investimento.
Ogni strategia d'investimento puo' essere riassunta in tre fasi.
1. Si inizia da una determinata credenza circa il comportamento degli investitori ovvero su come questi apprendono e reagiscono alle notizie provenienti dai mercati;
2. Sulla base del punto precedente si sviluppa un'idea coerente sul funzionamento (o non funzionamento) dei mercati finanziari. Si puo' credere, ad esempio, che essi siano efficienti, non efficienti o che abbiano un determinato grado di efficienza;
3. Sulla base dei due punti precedenti si cerca di costruire un insieme coerente di regole fondamentali finalizzate a massimizzare le probabilita' di successo negli investimenti finanziari, qualunque cosa cio' significhi per lo specifico investitore.
Come e' noto, la filosofia non e' scienza. Non esiste un modo per provare che una propria credenza "filosofica" sia vera (se mai possa esistere qualcosa di indiscutibilmente vero).
Io posso affermare che tipicamente gli investitori reagiscono alle notizie in maniera eccessiva. Un altro puo' affermare che a livello di massa si crea un equilibrio fra chi sovrastima l'effetto della notizia e chi lo sottostima e quindi la valutazione complessiva che ne esce si puo' considerare mediamente equilibrata. Si possono fare mille altre considerazioni tutte parzialmente corrette e tutte parzialmente errate. Si tratta di capire quali sentiamo piu' vicine a noi.
Queste credenze si dovrebbero coerentemente fondere con le credenze circa i mercati finanziari. Le valutazioni espresse dai mercati finanziari sono efficienti? Riflettono correttamente tutte le informazioni disponibili? Nel caso in cui si creda che non riflettano, sempre, correttamente, tutte le notizie disponibili, si ritiene che sia possibile individuare alcune strategie per utilizzare piu' correttamente del mercato le informazioni disponibili?
Non esistono risposte certe a queste domande. Sono domande "filosofiche", ma e' evidente che risulta fondamentale dotarsi di proprie risposte ed impostare una strategia operativa coerente con esse.
Se credo, ad esempio, che i mercati finanziari siano efficienti, perche' dovrei affidare i soldi ad un gestore che pago con lo scopo di battere il mercato? Se penso che i mercati finanziari siano efficienti, mediamente, non si possono battere.
Viceversa, se penso che i mercati finanziari non siano affatto efficienti ma siano sovente preda di sovra e sotto-valutazioni, come posso impostare un asset allocation di tipo "buy & hold" (compra e tieni) con strumenti rischiosi?

Perche' e' importante una strategia d'investimento.

Investire senza una filosofia d'investimento conduce a passare costantemente da una strategia all'altra. Il passaggio, di solito, avviene nel momento peggiore. L'assenza di una strategia sottostante fa si' che si abbia poca fiducia nella strategia, la quale solitamente viene cambiata nel momento in cui da la peggior dimostrazione di se, momento che sovente corrisponde a quello in cui sta per iniziare a funzionare. Un metodo, qualunque metodo (fosse anche il semplice, compro e tengo fino alla fine del periodo prefissato) e meglio di nessun metodo (o di mille metodi diversi).
La strategia d'investimento definisce la nostra concezione di rischio in finanza ed ha un impatto fondamentale nella scelta dell'asset allocation.
Chi ha una filosofia d'investimento che lo porta a credere in una forte efficienza dei mercati dovrebbe tendere, coerentemente, ad avere un approccio passivo, sia nella definizione dell'asset allocation sia negli strumenti da inserire in portafoglio.
Chi non crede che i mercati finanziari siano efficienti tendera' ad avere un approccio piu' dinamico, ma la strategia con la quale scegliere quando comprare e quando vendere potrebbe essere diametralmente opposta.
Esistono investitori la cui strategia d'investimento li porta ad essere contrarian: credono cioe' che i mercati finanziari incorrano in grandi errori di valutazione e che sia opportuno comprare quando i prezzi sono molto distanti dalle loro valutazioni e vendere quando accade l'opposto.
Questa e' una filosofia d'investimento corretta (o sbagliata) esattamente quanto quella opposta, dei cosi' detti "trend follower" i quali credono che sia piu' opportuno seguire la direzione del mercato cercando di uscire quando si ritiene che questa direzionalita' sia terminata.
Come abbiamo gia' detto, entrambe queste filosofie possono essere corrette o sbagliate, cio' che e' importante e' che l'approccio sia coerente con le proprie caratteristiche di investitore.
Un approccio contrarian implica notevoli dosi di nervi saldi, convinzione e forza di volonta'.
Un approccio trend follower implica la capacita' di vendere in perdita (si auspica con piccole perdite, altrimenti si tratta di una cattiva implementazione di filosofie/strategie potenzialmente corrette) e di continuare a seguire delle indicazioni che in passato hanno generato anche delle perdite. Entrambe le cose non sono piacevoli. Bisogna capire quale sia piu' adatta al proprio carattere oltre che alle proprie caratteristiche. Una filosofia di tipo contrarian e' piu' adatta ad investitori pazienti, una strategia di tipo trend follower e' piu' adatta a chi ha tendenza a fare valutazioni in tempi piu' ristretti.

domenica 15 maggio 2011

BROKER ECN E BROKER MM

Una questione spinosa per chi deve scegliere un broker nel mondo del forex è quella del dubbio tra ECN e Market Maker (MM), detti anche Market Movers.
Andiamo a spiegare le principali differenze e poi vediamone i motivi.

Un broker ECN riveste, in parole povere, il ruolo di un puro intermediario.
Se un trader (chiamiamolo A) imposta un ordine long sulla piattaforma di un broker ECN, dovrà attendere che ci sia un altro trader (chiamiamolo B) disposto ad andare short con quel dato prezzo.
In pratica il broker trasmette l'ordine di acquisto sul mercato alla ricerca di una controparte, allo scopo di eseguire la richiesta nel più breve tempo possibile.
I brokers del trader A e del trader B agiscono solo da intermediari e guadagnano soltanto sulla differenza di prezzo tra l'acquisto (buy o ask) e la vendita (sell o bid), attraverso il meccanismo dello spread.

Ben diverso è invece il discorso dei Market Maker.
I brokers MM oltre che da intermediari infatti, possono fungere anche da controparte.
Questo significa che nel caso sopracitato, se il prezzo dell'ordine del trader A fosse reputato conveniente dal MM, questo avrebbe potuto evitare di impartire l'ordine sul mercato per trovare il venditore e avrebbe potuto personificare lui stesso la controparte, andando così ad eseguire l'ordine senza passare dal mercato.

Il centro dei problemi per il trader risiede nelle seguenti differenze:
a) il MM ha maggiore facoltà di scelta potendo fingersi controparte, e quindi ha maggiore facoltà di ritardi nell'esecuzione degli ordini (anche 20-30 secondi).
Questo non significa necessariamente che un broker MM sia più lento di uno ECN, ma solo che ha, per così dire, maggiori “poteri” (ovvero maggiore discrezionalità)
b) il MM potendo diventare controparte può avere interesse ad eseguire gli ordini ad un prezzo sfavorevole per il trader, perchè tanto sarà sfavorevole per il trader e tanto potrebbe essere favorevole per il broker fare da controparte.

Bisogna sempre ricordare che anche gli ECN possono avere ritardi cospicui ovviamente, nel caso in cui il mercato non sia sufficientemente liquido da far filtrare tutte le richieste.

Storicamente è il mercato Usa ad essere quello ad appannaggio dei Market Makers, mentre quello europeo degli ECN, ma l'esponenziale crescita dei brokers nel campo del forex, rende ad oggi ininfluente questa divisione storica.
I continui controlli sulla sicurezza nel mercato forex, hanno portato alla creazione negli Usa della NFA (National Futures Association): tutti i brokers che sono iscritti nei suoi elenchi si possono reputare “corretti”, avendo superato una rigida serie di controlli.
E' possibile consultare con facilità se un sito appartiene o no al registro NFA, andando sul sito http://www.nfa.futures.org, alla sezione Broker/Firm Information (in alto a destra) e quindi inserendo il nome del broker che vogliamo controllare.

I traders più saggi decidono solitamente di rivolgersi a brokers ECN, o comunque a quelli che ne presentano le caratteristiche: solitamente il livello di deposito minimo è più alto rispetto ad un MM, ma le sicurezze nell'esecuzione degli ordini sono notoriamente maggiori.
Tra i tanti espedienti usati dai MM citiamo:
- corsa allo stop loss
- false quotazioni
- requote

tratto da www.forexmercati.com

domenica 1 maggio 2011

DISCIPLINA E PSICOLOGIA

Il trading nel Forex e nei mercati azionari non è solo la conoscenza e la comprensione dei meccanismi o delle analisi tecniche. Il trading è da molti definito come un’arte in sé. Anche con una grande conoscenza e comprensione del mercato, si può ancora rischiare di perdere denaro nel mercato.Si può intuire che il mercato vada su e allora si acquista, aprendo una posizione long. Invece di andare in quella direzione, il mercato inizia a muoversi verso il basso e entra in gioco lo stop-loss, che chiude la posizione facendoci segnare una perdita.

Un minuto dopo si vede che il mercato torna a muoversi in su, nel modo in cui avevamo pensato ed analizzato. Si finisce con l’avere una perdita nella posizione precedente e ora si è preoccupati di tornare subito nel mercato per comprare nuovamente, dato che si ha ancora la sensazione che il mercato continuerà a salire.

Se invece si continua a stare fuori dal mercato e si vede il mercato salire, si potrebbe essere frustrati sul fatto di non aver trovato un momento adatto per entrare nel mercato, oltre ad aver registrato una perdita praticamente inutile nella posizione precedente.

Sensazioni emotive, come la paura, l’avidità e molte volte la dipendenza al commercio possono semplicemente farci perdere molto denaro, anche in termini di conoscenza del mercato. Fattori psicologici e sentimenti influenzano pesantemente le prestazioni e quindi i risultati delle dinamiche del mercato. E mettere in pratica una disciplina di scambio perfetta è necessario per il successo finale.

Quando si parla di psicologia applicata al mondo del trading, si parla sia della psicologia di massa degli operatori economici in tutto il mondo che della nostra psicologia individuale. E’ fondamentale prendere in considerazione entrambe queste modalità di psicologia, dato che interagiscono le une con le altre.

Come abbiamo visto, uno dei concetti importanti per il mercato delle valute è la psicologia di massa. Noi non abbiamo alcun controllo su di essa, ma la sua consapevolezza e la sua comprensione ci possono aiutare nel prendere le decisioni giuste, al momento giusto e nelle situazioni giuste.

Un esempio di psicologia di massa si ha in situazioni di panico. Il panico di massa può non venire incontro alle nostre analisi, sia fondamentali che tecniche.

Parlando invece di psicologia individuale, quella sulla quale possiamo influire personalmente, cominciamo con gli errori più comuni che possono cancellare i nostri profitti o che ci impediscono di realizzarli. Noi tutti possiamo fare uno di questi errori nella nostra carriera commerciale, una volta o anche più di una volta.

Il killer di una carriera commerciale è quello di rendere comuni uno o più di questi errori nel nostro modello di trading. Per fare questo abbiamo bisogno di capire il nostro modello e questo può essere fatto solo con il pensiero e con l’analisi, fatte con la mente completamente aperta. L’obiettivo è quello di conoscere noi stessi, cosa che molte volte risulta essere più difficile che capire gli altri. Abbiamo bisogno di capire noi stessi per primi, comprendendo le nostre azioni e le nostre reazioni, quindi controllando le azioni e le reazioni indesiderate.

Ecco i punti killer dal punto di vista psicologico:

1) entrare sempre contro la tendenza
2) entrare nel mercato nella direzione del trend quando è troppo tardi.
3) pur perdendo, aumentare le posizioni nella stessa direzione.
4) far dipendere il nostro trading dai sentimenti.
5) inserire ordini stop-loss troppo vicino o troppo lontano.
6) inserire ordini di take-profit troppo vicino o troppo lontano.
7) imparare dagli errori del passato e poi fare un errore più grande.
8) amare i nostri trading.
9) fare un trading troppo grande per la dimensione del proprio account.
10) variare la posizione delle nostre operazioni.
11) non guardare la direzione del mercato, a lungo termine e a breve termine.
12) non utilizzare lo stop-loss.

Articolo tratto da www.mondoforex.com del 26/04/2011.