Il Forex è un mercato aperto praticamente 24 ore al giorno che, con la chiusura dei mercati europei ed americani di ogni venerdì, ha una sua continuità – seppur assicurata da scambi nettamente ridotti – grazie alle contrattazioni sui mercati arabi. La maggior parte dei broker che offrono servizi di negoziazione sulle valute non permettono di effettuare operazioni dopo le ore 23 del venerdì fino alla mezzanotte della domenica. Tuttavia, nel week-end è comunque possibile che possano verificarsi importanti eventi di natura politico-economica con risvolti potenzialmente rilevanti sulla divisa di un’area economica. Più il contesto è di per sé volatile, maggiore potrà essere l’impatto sul Forex di un market mover annunciato nel week-end. Ciò si traduce in un’apertura il lunedì mattina in grado di mettere in luce valori anche molto diversi rispetto a quelli fatti registrare in chiusura il venerdì. Nel gergo dell’analisi tecnica, quando il valore di apertura si allontana dai prezzi massimo o minimo fatti registrare la seduta precedente si crea una configurazione grafica denominata gap, che appunto vuol dire “divario”. In particolare, abbiamo un gap up quando l’apertura è superiore al massimo della seduta precedente, mentre si parla di gap down quando l’apertura è inferiore al minimo della sessione precedente. Mentre sui mercati azionari o dei futures i gap sono molto frequenti e spesso decisamente ampi (soprattutto sugli strumenti finanziari meno liquidi), sul Forex simili configurazioni grafiche sono molto rare e ciò aiuta soprattutto quei trader che hanno un orizzonte temporale dei loro investimenti a più giorni, se non addirittura impostati su un time frame settimanale.
Ma quando possono verificarsi dei gap sul Forex? Innanzitutto i gap sul mercato delle valute non superano quasi mai i 50 pip di escursione e solo raramente si verificano dei gap di 100 pip. Sul mercato azionario, invece, in determinati contesti, possono anche formarsi gap del 10% in apertura e non solo sui titoli meno liquidi. Inoltre, sul Forex questi gap vengono quasi sempre ricoperti nella stessa giornata in cui si verificano, offrendo contestualmente delle ottime opportunità di ingresso lungo il trend principale di un tasso di cambio utilizzando strategie di swing trading. Un gap tende a verificarsi soprattutto in occasioni di riunioni di enti sovranazionali (ad esempio, il Fondo Monetario Internazionale) impegnati a decidere su pacchetti di aiuti finanziari a un’area economica o a un singolo Paese; in occasione del G-20 e delle riunioni dei ministri delle Finanze dei principali Paesi industrializzati del mondo; quando sono attesi accordi commerciali rilevanti tra due o più aree economiche; decisioni di natura straordinaria legate alle strategie di politica monetaria; ecc.
Visualizzazione post con etichetta g20. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta g20. Mostra tutti i post
venerdì 4 febbraio 2011
domenica 24 ottobre 2010
RIFLETTORI PUNTATI SUL G20
L'assenza di dati macro economici negli Usa ha spostato l'attenzione dei mercati sul vertice sudcoreano del G-20 dove i ministri delle finanze dei paesi partecipanti si confronteranno in merito alle tensioni generate dalla cosiddetta 'guerra delle valute' che sta dominando lo scenario globale e fondamentalmente circoscritta a dollaro e yuan.
Positiva la notizia del raggiungimento dell'accordo per la riforma della governance dell'Fmi, che prevede una maggiore presenza dei paesi emergenti rispetto agli europei. In questo quadro è comunque proseguita la serie di risultati trimestrali migliori delle attese che tuttavia non hanno inciso sull'andamento dei listini di Wall Street. L'indice industriale Dow Jones ha concluso gli scambi a 11132 punti in calo dello 0.13%, il Nasdaq Composite ha invece guadagnato lo 0.80% attestandosi a quota 2479 punti, più contenuto il rialzo dell'S&P500, salito dello 0.24% a 1183 punti.
Positiva la notizia del raggiungimento dell'accordo per la riforma della governance dell'Fmi, che prevede una maggiore presenza dei paesi emergenti rispetto agli europei. In questo quadro è comunque proseguita la serie di risultati trimestrali migliori delle attese che tuttavia non hanno inciso sull'andamento dei listini di Wall Street. L'indice industriale Dow Jones ha concluso gli scambi a 11132 punti in calo dello 0.13%, il Nasdaq Composite ha invece guadagnato lo 0.80% attestandosi a quota 2479 punti, più contenuto il rialzo dell'S&P500, salito dello 0.24% a 1183 punti.
Iscriviti a:
Post (Atom)