mercoledì 30 giugno 2010
LE CANDELE GIAPPONESI :DARK CLOUD COVER E PIERCING LINE
Le due candele devono avere colore diverso e la prima avrà sempre il colore del trend in atto, ad esempio nel Dark Cloud Cover ci troviamo di fronte ad una candela bianca seguita da una nera che ci indicherà il nuovo corso. L’apertura della seconda candela dovrà essere superiore alla chiusura della prima e la chiusura dovrà oltrepassare la metà del body della candela precedente.
E’ un pattern che una volta formato non richiede conferma ma comunque possiamo usare alcuni filtri per valutare meglio il segnale.
Avremo maggiori probabilità di trovarci di fronte ad una inversione se durante la formazione della seconda candela i volumi saranno maggiori, inoltre più la chiusura oltrepasserà la metà della prima candela più l’inversione sarà decisa e infine anche l’assenza dell’upper shadow nel caso del Dark Cloud Cover, e della lower shadow per il PieRcing Line, ci indicherà una maggiore attendibilità del pattern.
LE CANDELE GIAPPONESI :HAMMER ED HANGING MAN
Per queste formazioni è fondamentale che vi sia una trend già in atto e il pattern richiede sempre conferma nella seduta successiva, se sarà seguito da un’apertura in gap o ad una long candle il segnale d’inversione acquisterà maggiore rilevanza.
Per non incorrere in falsi segnali è importante anche che nel giorno in cui si forma il pattern i volumi siano decisamente più alti rispetto alla media delle sedute precedenti, questo ci confermerà che effettivamente vi è stata una lotta tra ribassiti e rialzisti.
La formazione di candele con queste caratteristiche ci indicano che durante la giornata ci sono state, ad esempio nel caso dell’Hanging Man, delle vendite improvvise che hanno fatto fare un brusco movimento alle quotazioni ma in prossimità della chiusura sono tornati gli acuisti portando nuovamente le quotazioni ai livelli di apertura. Un movimento del genere può segnalare che il trend ha vacillato e che la sua continuazione è stata messa in forte discussione per cui la seduta successiva sarà fondamentale per capire se ha ancora la forza necessaria per proseguire il suo percorso.
Simili all’Hammer e all’Hanging Man vi sono altre due figure di valenza però inferiore e sono la Shooting Star e l’Inverted Hammer, la prima la possiamo incontrare alla fine di un trend rialzista mentre la seconda è da ricercare in un trend orso. Le caratteristiche sono quelle delle sorelle maggiori ma questa volta sarà la lower shadow ad essere inesistente o di piccolissime dimensioni e vi sarà una lunga upper shadow, nel caso della Shooting Star inoltre sarà richiesta una apertura in gap down
sabato 26 giugno 2010
LE CANDELE GIAPPONESI : ENGULFING PATTERN
Questo pattern si forma alla fine di un trend di una certa importanza e nel caso della sua formazione bullish avremo una candela nera seguita il giorno successivo da una candela bianca che avrà aperto in gap al di sotto della chiusura precedente e il cui real body conterrà interamente il corpo della candela precedente, mentre nel caso della versione ribassista, bearish, succederà il contrario e ci troveremo davanti una candela bianca seguita da una nera che ne conterrà il real body.
In questo pattern l’ampiezza della seconda candela è a dimostrazione di un aumento della volatilità, l’apertura in gap è da interpreatarsi come l’ultima spinta del mercato mentre il colore opposto dimostra una marcata inversione della direzione. E’ fondamentale che le due candele siano di colore opposto e l’unica eccezione che si può avere è quando la prima candela è una Doji che ricordo avere apertura e chiusura allo stesso livello
Per evitare di incorrere in falsi segnali possiamo usare filtri che daranno più forza al pattern:• La prima candela ha un piccolo real body o è una Doji mentre la seconda è una Long Line;• La seconda candela contiene oltre che al real body anche le shadows della precedente;• Durante la formazione della seconda candela i volumi sono più alti;• Nella seduta successiva alla formazione del pattern abbiamo una forte conferma come un’apertura in gap o una Long Candle.
I PRINCIPALI PATTERNS
In base alla forza del segnale i patterns d’inversione vengono divisi ulteriormente in due categorie.
Major Reversal Patterns, comunemente chiamati solo Reversal Patterns, il cui segnale è più forte e affidabile. Di questa categoria parleremo delle seguenti formazioni:
- Engulfing Pattern- Hammer, Hanging Man, Shooting Star e Inverted Hammer- Dark Cloud Cover, Piercing Line- Doji Line- Stars: Doji Star, Morning (Doji) Star, Evening (Doji) Star, Abandoned Baby, Tri Stars
E i Minor Reversal Patterns altrettanto utili per la gestione dell’operatività ma in grado di darci un segnale previsivo piu debole:
- Harami, Harami Cross- Three Black Crows- Counterattack Bullish and Bearish- Upside gap Two Crows Bearish
Infine ci occuperemo dei Continuation Patterns, utili per confermare la ripartenza del trend in atto:
- Three White Soldiers- Rising, Falling- On Neck, In Neck e Thrusting Line
venerdì 25 giugno 2010
LE FORMAZIONI BASE DELLE CANDLESTICK
Tra tutte le candele che si possono creare, ve ne sono alcune che possiamo evidenziare per le loro caratteristiche e che ci sarà utile conoscere quando nei prossimi articoli tratteremo i vari patterns.
Le candele elencate di seguito hanno la caratteristica comune di avere l’apertura e la chiusura decisamente distanti tra loro, generando in questo modo una lunga candela, ma con alcune differenza per quello che riguarda le shadows.
Long Black, Long White (Marubozu): sono candele dove le shadows non compaiono quindi nel caso di una candela nera il massimo e il minimo coincidono con l’apertura e la chiusura, viceversa sarà per una candele bianca, sono molto utili per la conferma dei patterns.
Long Black Line, Long White Line : entrambe le shadows sono presenti ma la loro dimensione è limitata, come per le precedenti la loro comparsa dopo un pattern ci è utile per confermarne il segnale.
Long Black, Long White shaven head e shaved bottom: in queste candele solo una shadow è presente, se è quella inferiore ci troveremo di fronte ad una shaved head mentre se è presente solo quella superiore allora avremo una shaved bottom, la loro presenza ci può indicare una fase di congestione.
Altre candele che è utile conoscere sono le Short Black Line e Short White Line, candele che hanno la caratteristica di avere un real body e entrambe le shadows della stessa dimensione, la loro comparsa ci indica una fase di indecisione.
Black, White Spinning Top, sono candele in cui il real body è molto piccolo e ci troviamo di fronte a shadows di dimensioni rilevanti, più esse sono grandi più grande sarà il segnale di indecisione che rappresenteranno.
Doji Lines, sono candele molto semplici da avvistare perché la loro caratteristica è quella di avere l’apertura e la chiusura praticamente allo stesso livello e a seconda dei massimi e dei minimi di giornata prenderanno vari nomi.
( da Investire Oggi )
LE CANDELE GIAPPONESI
Il loro creatore, Munehisa Homma, era quello che oggi definiremmo un trader, nato in una famiglia benestante iniziò da subito a comprendere l’importanza dello studio dei prezzi e avvalendosi delle quotazioni passate iniziò a cercare dei comportamenti ricorrenti, si occupò inoltre dell’interpretazione degli aspetti psicologici che influiscono sugli operatori presenti nei mercati.
Dai suoi studi comprese che i mercati erano emotivi e che il prezzo di un bene quotato non era per forza quello reale, quindi al centro del suo operato mise l’andamento del prezzo e lo rappresentò con l’uso di quelle che oggi conosciamo con il nome di candele giapponesi. Rilevò anche che il mercato aveva delle fasi rialzista che chiamò Yang e ribassiste, Yin, e che queste fasi si alternavano tra loro.
I suoi risultati economici, che oggi qualcuno ha provato a stimare in 100 miliardi di dollari, lo fecero diventare molto popolare e la sua fama crebbe a dismisura tanto che arrivò a ricoprire la carica di consulente per il governo giapponese.
Nel 1755 scrisse il libro The Fountain of Gold (La fontana d’oro) che è anche il primo testo che tratta della psicologia dei mercati dove appunto ne studia gli aspetti, e successivamente gli vengono attribuiti altri due testi, Tales of a Life Immersed in the Market (Racconti di una vita immersa nei mercati) e A Full Commentary on the Sakata Strategy (Un commento completo sulla strategia di Sakata) dove vengono indicate le 160 regole che hanno dato vita al metodo candlestick.
( da Investire Oggi )
mercoledì 23 giugno 2010
LA TECNICA DELLO SCALPING
Poichè sono operazioni che vengono aperte e chiuse in poco tempo, il guadagno che se ne può ottenere è relativamente basso, ma considerando che, proprio per la breve durata delle operazioni, in un giorno si possono fare anche oltre 40 operazioni, il guadagno a fine giornata può essere importante.
Lo scalping è una tecnica non facile da mettere in atto, che richiede molta concentrazione e studio critico della situazione, per riuscire a determinare il momento esatto di entrata e di uscita, poichè un minimo errore potrebbe portare ad una perdita invece che ad un profitto, essendo il tempo in cui si “gioca” ridotto al minimo.
Per questo motivo, una regola generale sempre valida è quella di fare scalping soltanto su un titolo per volta, già seguirne due contemporaneamente fa diminuire la concentrazione e, di conseguenza, si può perdere denaro.
Simile alla tecnica dello scalping può essere vista la tecnica dell’ intraday trading, anche in questa le operazioni si svolgono tutte in un giorno, ma la differenza è che nell’intraday occorre scegliere il momento in cui entrare ed uscire, mentre chi fa scalping cerca un guadagno immediato.
tratto da "Mondo Forex"
martedì 22 giugno 2010
RITORNO....
purtroppo causa motivi personali son stato fuori dal mercato per quasi una settimana , mi scuso con tutti e conto di riprendere la pubblicazione del blog costantemente ogni giorno a partire da oggi .
Cordiali saluti , Federico
lunedì 14 giugno 2010
ALLUNGO DELL'EUR/USD OLTRE QUOTA 1.215
( da MilanoFinanza.it del 14/06/2010 )
venerdì 11 giugno 2010
LA SETTIMANA CHE SE NE E' ANDATA.....
approfitto della fine della prima settimana di questo nuovo blog per fare un pò il punto della situazione del bilancio settimanale.
Tutto sommato anche se ho avuto perdite sono state contenute ( perdita settimanale intorno agli 8,4 pips ) e di ciò ne sono contento perchè quando si chiude in passivo è preferibile farlo in modo contenuto....
Tuttavia per me è stata una settimana molto significativa in quanto mi ha fatto capire che ho ancora diverse lacune da colmare , per cui occorre intensificare un pò lo studio , in quanto la strategia che sfutto in questo momento comincia a darmi qualche risultato ma poi a volte non la seguo ferratamente e perdo qualche occasione.
Anche l'inesperienza gioca qualche scherzo , ad esempio oggi stavo in trade sul cross USD/JPY in long e cominciava a dare risultati quando all'inprovviso ha ceduto ed è precipitato di oltre 40 pips in meno di 5 minuti facendo ( per fortuna ! ) scattare lo SL ache avevo messo a -10 pips. Ora, un occhio esperto avrebbe capito al volo che si trattava di una anomalia di mercato dovuta a non so quale dato o notizia , ma io non ci sono arrivato ed ho perso una ghiotta occasione ( infatti nel giro di 17-18 periodi il prezzo ha rintracciato ai livelli che aveva prima della caduta ! ).
Pazienza , ma comunque nel Forex le occasioni non mancano , bisogna solo essere pronti a coglierle , ed è su questo che baserò i miei studi durante questo weekend , oltre a cercare di essere molto più disciplinato nell'apertura , altra pecca che devo eliminare.
L'importante , e lo consiglio a tutti , è di far tesoro dei propri errori in modo che fungano come insegnamenti dai quali ripartire.
Con questo , per ora auguro un buon fine settimana a tutti.
COME PROTEGGERE IL CAPITALE
Nel precedente articolo abbiamo accennato che è consigliabile rischiare 1% o 2% ad ogni singola trade. Il motivo è molto semplice: possiamo incappare in una serie negativa di diverse trade perdenti e se rischiamo troppo in relazione al nostro capitale iniziale possiamo dilapidare il nostro trading account molto velocemente.
Cerchiamo di impostare qualche calcolo a supporto di questo concetto. Mettiamo caso che durante un periodo negativo, un trader incorra in una serie di 10 trade perdenti consecutive. Le due tabelle sottostanti mostrano l'impatto delle sconfitte a seconda della percentuale del proprio account rischiata ad ogni singola trade. Nel primo caso rischiamo il 10% del capitale ogni volta che apriamo una posizione. Questo vuol dire che alla sesta trade persa consecutiva abbiamo già liquidato più del 50% del nostro capitale. Dopo dieci trade perse consecutivamente rimane nel nostro account poco più di un terzo del capitale iniziale. Nel secondo caso invece rischiamo solo il 2% ad ogni singola operazione. Questa volta dopo 6 trade perdenti abbiamo ancora il 90% del nostro capitale iniziale e dopo 10 trade negative in striscia abbiamo ancora più dell'80% del nostro account a disposizione.
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A questo punto uno potrebbe obiettare che aprendo una posizione più grossa e rischiando il 10% le perdite sono sì più ampie ma sono compensate dalle vincite più sostanziose. Questo è vero ma c'è un particolare molto interessante che non è di immediata comprensione
Ecco la domanda cruciale: se io perdo il 50% del mio capitale, di quanto devono crescere le mie riserve rimanenti per riavere i soldi che avevo in partenza? Molti, ve lo garantisco, rispondono che per recuperare il 50% delle perdite mi servono il 50% dei guadagni. Mmm...no! Per recuperare il 50% delle perdite mi serve guadagnare il 100% del capitale rimanente!
Facciamo un esempio numerico: se io possiedo 1000€ nel mio conto e perdo 500€ con una serie di operazioni negative, ho perso il 50% del mio capitale e mi rimangono 500€, giusto? Allora, se adesso ho 500€, quanto devo guadagnare per ritornare ad avere 1000€? Devo guadagnare 500€ che è il 100% di quello che possiedo! Sotto trovate una tabella che illustra la percentuale che devo guadagnare per recuperare le perdite accumulate e tornare ad avere il saldo di partenza.
% persa del capitale iniziale | % da recuperare per tornare al saldo di partenza | |
% persa del capitale iniziale 10% | % da recuperare 11% | |
20% | 25% | |
30% | 43% | |
40% | 67% | |
50% | 100% | |
60% | 150% | |
70% | 233% | |
80% | 400% | |
90% | 900% |
Questo dovrebbe far capire l'importanza di contenere le perdite per non dilapidare il proprio capitale. Basta un attimo per collezionare una grossa perdita che cancelli tutti i vostri guadagni e per recuperarla ci vuole molto, molto tempo. Per questo motivo contenete sempre il rischio che assumete ad ogni trade al massimo al 2%. Questo vi consentirà di proteggere il vostro capitale e di continuare a fare trading. Piano piano quando diventerete costanti, le vincite cominceranno ad accumularsi e l'effetto moltiplicativo diventerà evidente.
L'IMPORTANZA DI UN BUON MONEY MANAGEMENT
Warren Buffet, il migliore investitore vivente, diceva sempre che la prima regola è proteggere il capitale e la seconda regola è non dimenticarsi mai la prima regola!
L'obiettivo di qualsiasi trader è quello di incrementare le proprie finanze e per riuscirci il primo passo è quello di proteggere il proprio capitale. Sembra ovvio, purtroppo è un concetto importantissimo ma spesso troppo trascurato.
Proteggere il vostro capitale non significa che tutte le vostre trade devono essere vincenti. Nessuno può essere certo di quello che farà il mercato quindi le perdite sono una componente ineliminabile nel trading sul forex. Tuttavia è proprio da questa premessa che si può comprendere l'importanza di un buon Money Management che permette al trader di incorporare le perdite nel proprio sistema.
Ma cosa vuol dire Money Management e come si traduce questo concetto in pratica? “Money Management” significa letteralmente “Gestione dei soldi” e comporta l'adozione di tutta una serie di misure volte alla gestione del rischio e alla protezione del proprio capitale.
Molto spesso i principianti stabiliscono quale sia la massima perdita che sono disposti a sopportare in una singola trade per poi aprire una posizione troppo grande per il loro account.
Poi succede che quella trade va male e hanno perso già tutto quello che erano disposti a perdere. Rimangono due scelte a questo punto: mettere nel cassetto i sogni di diventare un trader oppure mettere a rischio altri soldi rischiando alla lunga la rovina finanziaria. Questo si chiama giocare d'azzardo e chi vuole giocare d'azzardo è meglio che vada al casinò.
Un sistema di trading che ha una percentuale di successo del 70% avrà in media 30 trade perdenti su 100. Queste 30 trade perdenti potrebbero, in via teorica, anche capitare tutte di fila. Sempre in via teorica si potrebbero avere poi 70 trade vincenti e il sistema avrebbe ancora un tasso di vincita del 70%. Ma quanti trader sarebbero ancora in gioco dopo 30 trade perse di fila? La maggior parte avrebbero sicuramente dilapidato il proprio capitale nella fretta di recuperare quanto perso.
Per evitare che questo succeda è importante stabilire una serie di regole che garantiscano la conservazione del proprio capitale e le basi per il successo nel lungo termine.
Il concetto principale legato al Money Management è rischiare solo una piccola percentuale del proprio capitale ad ogni singola trade. Solitamente è consigliabile non rischiare più dell' 1 o 2%.
In questo modo, anche una striscia di operazioni perdenti vi consentirà di conservare il vostro capitale e continuare ad operare in attesa di tempi migliori.
E' sempre consigliabile l'uso degli stop loss per limitare le perdite in una trade. Gli stop loss sono degli ordini che si possono inserire tramite il proprio broker che chiuderà la vostra posizione automaticamente appena i prezzi toccheranno la quota da voi indicata. E' un modo per stabilire in anticipo quale sarà il massimo numero di pip che verranno perse se la trade dovesse rivelarsi un insuccesso.
La consapevolezza della grandezza dei lotti da tradare è un altro concetto importantissimo. Vedremo in seguito più nel dettaglio come si calcola il numero ottimale di lotti da tradare. Per il momento è importante capire che più grande è la posizione aperta, maggiore sarà l'impatto dell'eventuale perdita sul proprio account.
La combinazione tra l'ampiezza dello stop loss e la grandezza della posizione determina l'ammontare massimo che il trader rischia ad ogni trade e in seguito vedremo come calcolarla.
L'ANALISI MULTI-TIMEFRAME
E' risaputo come i grafici nei timeframe più lunghi siano più regolari perché meno affetti dal rumore di mercato. Tuttavia tante volte i timeframe lunghi hanno l'inconveniente di dover usare stop loss molti ampi per dar spazio alle trade che oltretutto necessitano di più tempo per svilupparsi rispetto ai timeframe inferiori.
Come possiamo combinare i punti di forza dei timeframe lunghi e quelli corti? Con l'analisi multi-timeframe che altro non è che un'analisi dei grafici top-down (dal timeframe più alto a quello più basso).
Questo ci darà la possibilità di capire il contesto generale, analizzare le forze di lungo periodo e ipotizzare dove i prezzi sono diretti per poi scendere nei timeframe inferiori e cercare entrate più precise per cogliere i movimenti ipotizzati nei timeframe superiori.
Solitamente si consiglia di usare almeno due timeframe, uno per individuare la direzione dei prezzi e il timeframe più basso per scorgere i punti di entrata e uscita con più precisione.
Quindi se stabiliamo che nel timeframe superiore i prezzi si dirigono verso l'alto, scenderemo nel timeframe inferiore per cercare solo entrate lunghe. Ovviamente se il timeframe superiore è bearish, cercheremo in quello inferiore solo short.
Ma non tutte le combinazioni di timeframe sono ottimali, anzi, bisogna sceglierle bene altrimenti si otterranno solo dei segnali conflittuali.
Tra timeframe superiore e inferiore ci deve essere circa un fattore il più possibile vicino a 5.
Per chi usa Metatrader4 i timeframe disponibili sono Mensile, Settimanale, Giornaliero, 4 ore, Orario, 30 Minuti, 15 minuti, 5 minuti, 1 minuto.
Stabilite su quale timeframe amate aprire e chiudere le vostre trade e poi guardate quale timeframe dovreste consultare per stabilire la direzione dei prezzi.
E' importante rispettare questo schema perché non ha senso per chi fa trading sulla chart a 5 minuti guardare il grafico a 15 minuti per esempio. Ne ricaverebbe solo confusione perché i due timeframe sono troppo vicini.
Così come chi fa trading sul grafico a 15 minuti è bene che stabilisca la direzione sul grafico orario e non su quello a 4 ore perché i due timeframe sono troppo distanti e può capitare che ci sia un trend ribassista di breve sul grafico a 15 minuti inserito in trend rialzista di medio periodo visibile sul grafico a 4 ore.
Qualora si voglia usare più di due timeframe ed aumentare la precisione delle entrate è opportuno rispettare sempre la regola del 5 per scegliere i timeframe. Quindi buone combinazioni sono ad esempio:
- Settimanale, Giornaliero, 4 Ore.
- Giornaliero, 4 Ore, Orario.
- 4 Ore, Orario, 15 Minuti.
- 4 Ore, 30 Minuti, 5 Minuti.
- 30 Minuti, 5 Minuti, 1 Minuto.
giovedì 10 giugno 2010
LA GIORNATA DI IERI...
Infatti ho avuto dei loss perchè mi sono impuntato a seguire i vari swing che il cross stava facendo e ciò non mi ha fatto vedere che effettivamente , seppur di poco , esso mirava al rialzo superando la quota di 1.2000.
Tutto questo mi ha indotto a riflettere che uno studio più attento del grafico può portare a risultati maggiori nel tempo , con un minor numero di posizioni aperte ed un rischio molto minore.
La fretta di guadagnare subito ti porta inevitabilmente all'errore , e quindi alla perdita.
Cercate dunque di ricordarlo : DISCIPLINA MENTALE innanzitutto !
mercoledì 9 giugno 2010
COME SARA' IL FUTURO DELL'EURO ?
Fare trading nel forex con l’euro in discesa del 21% dal massimo del 2009 è stato facile in un mercato forex molto direzionale. 1.1842, minimo recente, rimane ancora sopra la media storica da quando è nato l’euro nel 1999. Nel mercato forex con l'euro siamo ancora sotto 1,2000, livello mai raggiunto dal 2006, e la media storica dell’euro è a 1,1837. Paul Volker, ex capo della Fed Usa, ha dichiarato che il debito in aumento dei paesi dell’eurozona potrebbe portare al collasso della moneta unica... a beneficio del dollaro naturalmente. Di fatto, l’euro rappresenta un sistema di cambi nazionali fissati. I regimi di cambio fissi sono sempre venuti a crollare nella storia, mostrando le prime pecche dopo 8 anni (media storica) e crollando dopo 12 anni (media storica). Se le statistiche dicono che è il momento della crisi il forex trading ed il futuro dell'Euro sono strettamente collegati.
Per contro, J.C. Trichet ha sostenuto l’euro con parole calde dicendo che “l’euro sta mantenendo il proprio valore in maniera spettacolare”. Dunque le preoccupazioni riguardanti il crollo dell’euro circolano anche in accademia, specialmente dopo il pacchetto di stimoli di 750 miliardi di euro che dovrebbe calmare le (s)vendite di bond ellenici. Praticamente è mancata in tutti questi anni la disciplina fiscale ed economica che doveva mantenere riga tutti i paesi membri. A favore dell’euro si lancia, invece, l’ex capo della Bundesbank Helmut Schlesinger secondo cui il “cuore” dell’Europa batte ancora forte (vedremo oggi, con il dato sulla produzione industriale tedesca). In effetti un euro debole non può fare altro che facilitare (aumentare) le esportazioni dell’eurozona e quindi migliorare i bilanci delle società che esportano, come STMicroelectronics (uno degli unici titoli quotati anche in Borsa Italiana dove c’è un mercato decente anche sulle opzioni), che secondo le stime guadagna 8 milioni di USD ogni volta che l’euro scende dell’1%. Praticamente gli investitori che continuano a vendere euro non si rendono conto che i rischi non sono mai a senso unico: c’è sempre il rischio (positivo) di vedere una crescita ed una ripresa più forti del previsto qui in Europa, per via delle ragioni di scambio in netto miglioramento. L’economia europea comunque è un’economia attualmente debole che necessita di un euro stabilmente debole per riprendersi. Il suggerimento, in ottica di trading, è di non fissarsi su un’idea statica perché di statico in questo mercato c’è ben poco oramai. Facciamo Forex trading su quello che vediamo, nella direzione del trend, e non su quello che crediamo di sapere.
articolo di FOREX TRADING del 09/06/2010
martedì 8 giugno 2010
PSICOLOGIA DEL FOREX TRADING
Controllare le nostre emozioni è assolutamente fondamentale per fare un buon trading Forex, dato che l’oggettività nella scelta delle operazioni da fare o anche di quelle da non fare è una condizione fondamentale. Molte delle tecniche psicologiche che solitamente vengono applicate nella pratica possono essere utili a coloro che vogliono fare Forex per aiutarli a tenere separate le strategie da mettere in pratica dalle emozioni.
Tra i problemi di tipo psicologico che bisogna affrontare quando si va a fare Forex, questi sono i più importanti:
- evitare di aprire posizioni alla rinfusa, senza una corretta strategia;
- lasciarsi abbattere eccessivamente da operazioni negative, ovvero operazioni che apriamo e dalle quali prendiamo una perdita di denaro;
- non gettarsi a capofitto nel recupero di posizioni dalle quali abbiamo perso denaro, solo nel tentativo di voler recuperare denaro, dato che si rischia solo di peggiorare la situazione;
- mancanza di disciplina;
- mancanza di confidenza con la materia.
Per poter imparare la psicologia Forex non ci sono dei testi o delle guide specifiche da seguire, dato che è un aspetto molto delicato che riguarda in maniera differente ognuno di noi, dato che ogni trader è diverso dagli altri e approccia alla materia in maniera diversa.
Possiamo concludere dicendo che, per migliorare il nostro approccio psicologico a questa materia economica, sicuramente ci aiuta andare per gradi, a partire dall’uso di un account demo e passando per l’apertura di posizioni di piccoli importi, che non ci preoccupano più di tanto nel caso di una perdita.
articolo tratto da Mondo Forex del 18/11/2009
L'IMPORTANZA DEI CONTI DEMO
Ovviamente operando con conti demo non si avrà la scossa emozionale di quando si opererà con soldi veri , comunque ritengo che sia una base di partenza fondamentale , e bisognerebbe pianificare l'entrata in scena in campo "real" solamente dopo aver affinato una buona strategia , e ciò può voler dire trascorrere anche alcuni mesi operando in demo.
Personalmente sono entrato in real dopo due mesi di operatività demo , e in tutta sincerità devo dire che l'ho fatto prematuramente , e sono incorso in errori che non avrei dovuto fare. Infatti a tutt'oggi spesso e volentieri associo le due operatività , e testo i miei studi su un cross in demo prima di praticarli in real.
Tuttavia è indubbio che operare in real è tutta un'altra cosa , per cui un'altro consiglio che mi sentirei di dare è questo : se proprio non potete fare a meno di operare in real , fatelo con piccoli conti , cioè con broker che vi diano la possibilità di operare con i microlotti , solo così acquisirete la padronanza di gestire un trade con soldi veri , e non rischiando una fortuna , in quanto opererete usando al massimo 10 euro o 10 dollari ( esistono anche broker che vi danno la possibilità di operare anche con cifre più piccole ) e se doveste andare in loss la perdita sarà contenuta.
Fate in demo tutto quello che dovete fare come se usaste soldi veri , altrimenti sarà come giocare, e non operare nel Forex , per cui usate ugualmente stop loss e take profit , uscite subito dalle posizioni sbagliate , solo così acquisirete la mentalità giusta.
Comunque anche se i risultati ottenuti in demo sono ottimi , non dovrete farvi troppe illusioni , perchè in real non è così , poichè subentrano in gioco anche fattori psicologici prima nascosti. Esperienza personale : nei primi giorni di real tutto era andato per il meglio , quasi 200 euro di profit in meno di 3 giorni , mi sentivo in grazia di Dio , ma mai atteggiamento fu più sbagliato : in meno di 2 giorni non solo ho perso ciò che avevo guadagnato , ma sono andato ad intaccare anche il capitale iniziale...ed ho capito che qualcosa non andava...
Per cui in conclusione , usare conti demo , molto simili a conto reale che avete intenzione di aprire, oppure se volete proprio usare conti veri , operare con piccole cifre...
Buon trading a tutti
lunedì 7 giugno 2010
L'INIZIO.....
mi sono avvicinato al Forex circa 3 mesi fa , e devo dire che ogni giorno che passa , studiando ed applicando i miei studi , diventa una passione sempre più forte.
Ovviamente è una passione ed un impegno che presenta i suoi rischi , economici soprattutto, ed in modo particolare all'inizio , quando dopo i primi risultati positivi dovuti alla classica "fortuna del principiante" , ci si accorge che studiare grafici , tendenze ed indicatori tecnici non basta , bisogna avere una eccellente fermezza psicologica , per non farsi trascinare dagli eventi.
Ed è proprio la componente psicologica la peggior nemica di un trader , superata la quale , si è già a metà dell'opera , come si suol dire.
Questo blog non vuole essere una guida per chi fà Forex , nè si presuppone di insegnare qualcosa , in quanto io stesso ho ancora moltissimo da imparare , ma vorrei impostarlo come un " diario di un trader" , nel quale raccogliere giorno per giorno ciò che quotidianamente apprendo , le mie emozioni e le mie impressioni , le scelte giuste e le scelte sbagliate , poichè sono convinto che anche l'errore non viene per nuocere , anzi , forse è più salutare di di un'operazione positiva , se riesci a cogliere dove hai sbagliato e perchè.
Cercherò nei limiti del tempo a disposizione di aggiornare quotidianamente il blog , per fare in modo che le mie esperienze possano risultare utili a qualcuno di voi , inoltre è mia intenzione pubblicare articoli utili reperiti sul web e che reputo di pubblica utilità , mi aspetto inoltre un'attiva patecipazione da voi che come me amate il mondo del forex.
Saluti , Federico